![]() | Attenzione Un errore da evitare assolutamente è quello di innaffiare troppo una pianta idroponica continuando a riempirla d’acqua fino al livello massimo. Non solo l’acqua s’impoverisce di nutrimento, ma può diventare sporca, priva d’aria e piena di gas tossici disciolti in essa al posto dell’ossigeno. Ciò provoca gravi danni alle radici che possono anche condurre Ia pianta alla morte. E’ preferibile invece permettere al livello dell’acqua di arrivare al minimo prima di riempire ancora il contenitore fino al massimo: in tal modo l’acqua rimarrà sempre fresca e pulita. Basterà cambiarle l’acqua una volta ogni due settimane ed il gioco è fatto! |
NOME SCIENTIFICO: Anthurium spp.
NOME COMUNE: Anturio
FAMIGLIA: ARIACEAE
PAESE DI ORIGINE: Sud America
L’Anthurium è tipico delle zone tropicali dell’America del Sud. Viene coltivato anche in vivaio, come pianta da appartamento ed esistono numerosi ibridi con infiorescenze di color rosa, bianco, lilla, arancio. Questa pianta è nota per la caratteristica fioritura costituita da spadice e spata; lo spadice è una piccola infiorescenza a spiga attorno alla quale cresce la spata che è una brattea, cioè una foglia trasformata, in genere vivacemente colorata. Anche se gli Anthurium fioriscono soltanto nel periodo estivo, alcune specie, se vengono tenute a una temperatura costante di 21-27 gradi, possono fiorire durante tutto l’anno. Dato il suo fiore a forma di “cuore” è diventato simbolo di amore ed amicizia.
COLTIVARE LE PIANTE IN ACQUA “COLTURA IDROPONICA”
Sebbene Ie colture idroponiche non siano molto comuni, rappresentano un’interessante tecnica di “giardinaggio in casa“, che richiede un impegno molto differente rispetto e quello normalmente seguito. Il vantaggio di questo metodo di coltivazione rispetto a quelli ortodossi è che fa risparmiare tempo e spazio, crea meno disordine e rende l’innaffiatura durante le vacanze molto meno problematica!
Le colture idroponiche, conosciute anche come idrocolture, sono praticamente un metodo per coltivare le piante senza bisogno di usare composta da vaso. Tale metodo, infatti, è basato sull’uso di un “brodo nutritivo“ nel quale si tengono immerse le radici della pianta. In casa questo “brodo” è costituito da semplice acqua addizionata con fertilizzante specifico per colture idroponiche. Non è possibile coltivare tutte le piante da vaso con la certezza di un buon successo: ad esempio, le piante da fiore difficilmente cresceranno nel vostro se lasciate con le radici immerse nell’acqua, ma ci sono delle piante che si prestano benissimo per questo tipo di coltivazione. Le più idonee sono le piante a foglia come il filodendro, zamioculcas, draceana , croton, alcune varietà di felci.
Un errore da evitare assolutamente è quello di innaffiare troppo una pianta idroponica continuando a riempirla d’acqua fino al livello massimo. Non solo l’acqua s’impoverisce di nutrimento, ma può diventare sporca, priva d’aria e piena di gas tossici disciolti in essa al posto dell’ossigeno. Ciò provoca gravi danni alle radici che possono anche condurre Ia pianta alla morte. E’ preferibile invece permettere al livello dell’acqua di arrivare al minimo prima di riempire ancora il contenitore fino al massimo: in tal modo l’acqua rimarrà sempre fresca e pulita.
Basterà cambiarle l’acqua una volta ogni due settimane ed il gioco è fatto!